Nel Febbraio scorso abbiamo invitato in comunità quanti, candidati al parlamento, avessero voluto dialogare sulle politiche sociali e sanitarie per la nuova legislatura.
Tra il 12 e il 20 Febbraio abbiamo incontrato Paolo Petrini, Francesco Verducci, Francescco Massi, Laura Boldrini, Mario Andrenacci, Enrico Letta.
Tra questi candidati due sono stati eletti al Parlamento (Petrini e Verducci); Laura Boldrini è attualmente Presidente della Camera ed Enrico Letta Presidente del Consiglio.
Ai nostri interlocutori abbiamo posto tre questioni, a nostro parere cruciali: contrasto alla povertà, la lotta alle disuguaglianze, un nuovo welfare che rendesse più omogeneo, efficace e meno costoso il sistema di sicurezza sociale.
Abbiamo constatato che tutti gli interlocutori, con
prospettive diverse, hanno posto attenzione ed hanno dato risposte di
soluzione.
Particolare appello, per il ruolo che ricoprono, riprendendo
il filo dei ragionamenti abbozzati, lo rivolgiamo specialmente al Presidente
della Camera e al Presidente del Consiglio.
La Presidente della Camera conosce bene, per l’impegno della
sua vita, sia la povertà, che le disuguaglianze. Da molti anni l’Istituto di
statistica aggiorna i nostri numeri. Mai che sia stata posta seriamente la
questione: il tutto si riduce al dolore per le tragedie (non ultima quella di
Civitanova Marche), ai commenti transitori, alle notizie di rammarico.
La povertà è un serissimo problema da affrontare, perchè non
è più solo geografico (nord contro il sud), ma è diventato emergenza nazionale.
Le tragedie sono indice di disagio forte e diffuso. Predisporre un piano serio
contro le povertà è una priorità.
Gli scandali contro le nicchie di privilegio e di corruzione
indicano che, nonostante la crisi, l’aggressività e l’arroganza hanno superato
livelli di sopportabilità: l’evasione fiscale, la sfrontatezza di posizioni di
privilegio sembrano non avere confini. La forbice tra poveri e ricchi sembra
non avere confini.
La politica deve ritornare a esprimere il bene di tutti, in
parità di occasioni e di tutele.
Al Presidente del Consiglio, nel nostro incontro, abbiamo
illustrato le difficoltà del welfare odierno. Nato negli anni ’70 va
rivisitato, aggiornato e reinventato.
Problemi nuovi si affacciano nel disagio sociale, le risorse
economiche sono ridotte, la garanzia di tutela va ridefinita. Un lavoro serio,
con il contributo di tutti, va incoraggiato per ritrovare giustizia e, alla fin
fine, democrazia.
Le attese per il futuro sono forti: la disponibilità di chi
è rimasto in frontiera come noi è totale, con la libertà di suggerire ipotesi
lontane da interessi di parte.
L'auspicio è che il paese possa ripartire, garantendo pace sociale e iniziando dal rispetto dei diritti politici e sociali per arrivare alla tutela dei diritti economici.
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