Il bilancio dell’anno 2012
a proposito delle politiche sociali, realizzato dall'Agenzia Redattore Sociale,
non poteva che essere “misero”. Per molteplici motivi. Il primo è di tipo
strutturale. La riforma Bassanini, con il riordino dei ministeri ha aggregato
la materia del sociale ai problemi del lavoro. Il risultato è evidente e non da
oggi. Gli ultimi ministri si sono occupati di lavoro e di null'altro. La
materia del sociale si è ulteriormente ridotta nella marginalità nella quale da
sempre è relegata.
La crisi economica morde da
anni, la povertà si acuisce: le fasce più fragili sono abbandonate. La sanità è
in ristrutturazione; sfacciatamente si relegano al sociale le funzioni che sono
connesse con la sanità: si intrecciano poteri (professioni e industrie) che
cercano di resistere; chi non ha potere contrattuale è costretto a ricorrere a
gesti estremi (si veda la manifestazione dei malati di Sla) o a sopravvivere
nel silenzio generale, sempre più cupo.
Il secondo motivo
dell’abbandono è funzionale. I servizi in Italia sono scarsi, rari, ingessati
in un welfare che sembra tutelare più gli addetti che i fruitori di servizio.
Un sistema pensato negli
anno ’70 e che non è stato più rinnovato, nonostante tentativi di correzione.
Anzi, si è irrigidito, creando professioni, schemi, pedagogia che non hanno
sortito nessun effetto per la soluzione dei problemi.
Non solo occorre un nuovo
welfare, ma occorrono risorse certe e sufficienti a garantire benessere.
Lo spezzettamento dei vari
fondi (immigrazione, disabilità, terzo settore, carcere…) serve ad accrescere
la precarietà delle soluzioni, dipendenti, di volta in volta, dalle sensibilità
degli amministratori, dalle varie finanziarie dell’anno, dall'occasionalità
delle emergenze.
Occorre ripensare tutto il
sistema di sicurezza sociale; renderlo certo, efficiente, anche
sincero nelle promesse,
riequilibrando le risorse finanziarie con la creazione dei servizi.
E’ la richiesta da fare al
nuovo governo che verrà, con l’attenzione ai meno garantiti che pagano oltre
misura la situazione di crisi.
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