Chi sta in periferia e guarda la tv e legge i giornali non
comprende “il cuore” di Italia futura. Le parole, quelle sottoscritte da tutti,
sono un riassunto di contraddizioni, messe insieme dai protagonisti: un
movimento civico, liberale, popolare e riformista. Quale società civile, quale
liberalismo, quale popolo e quali riforme? Gli stessi sottoscrittori sono mille
miglia lontani, ciascuno, dalla cultura dell’altro. Montezemolo e Bonanni;
Olivero e Giulia Buongiorno; Riccardi e Albertini. E ai futuri e possibili
elettori, quale il programma offerto?
L’insistenza è sulla società civile. Con buona pace di tutti
c’è chi si appropria di un soggetto che non può essere riassunto. La società
civile è costituita da chi vive nei territori: dagli imbroglioni agli eroi,
dagli ecologisti ai cacciatori, dai guerrafondai ai pacifisti. Appropriarsi di
quel nome significa cercare una giustificazione – non richiesta – per
nascondere le scelte del proprio movimento e immergerle in un quid generico che
dia garanzia.