09/01/10

Risposta a Panebianco, da uno di quei preti

Nell'editoriale di venerdì 8 Gennaio, Angelo Panebianco, a proposito di immigrazione, con pomposa figura retorica della dissimulazione, si chiedeva: "Non ci sono troppi prelati e Parroci che parlano ambiguamente di accoglienza senza mai mettere paletti?”.
Essendo uno di quei Parroci, è utile rispondere senza ambiguità. Infatti molti prelati e parroci hanno detto:

che ogni essere umano è uguale in dignità dovunque;
che di fronte alla fame e alla guerra il primo diritto da tutelare è la sopravvivenza;
che di fronte al pericolo di vita (si vedano gli sbarchi) è dovere umanitario salvare la vita delle persone;
che gli ingressi irregolari avvenuti attraverso gli sbarchi sono solo l"8% del totale;
che il problema dell’immigrazione è un problema strutturale e non emergenziale;
che l’Europa non ha ancora seriamente affrontato il problema dell’immigrazione;
che una seria politica di immigrazione passa dall’aiuto allo sviluppo dei paesi;
che l’Italia ha ridotto gli aiuti internazionali pressoché vicino allo zero;
che gli stranieri sono indispensabili ai paesi comunitari, dato l’invecchiamento della loro popolazione;
che la Legge Bossi-Fini sull’immigrazione non avrebbe risolto i problemi;
che gli stranieri regolari hanno un reddito medio inferiore del 40% dei lavoratori italiani;
che gli stranieri regolari hanno dato un apporto lavorativo di 122 miliardi (dati 2007), costituendo il 9,2% del PIL nazionale;
che gli stranieri regolari hanno versato contributi previdenziali per 7 miliardi (dati 2007), pari al 4% di tutti i contributi previdenziali pagati in Italia;
che gli stranieri regolari contribuiscono al fondo pensioni, senza probabilmente, averne una;
che la criminalità degli stranieri regolari è pressoché pari a quella degli italiani;
che gli stranieri irregolari coprono funzioni a basso costo indispensabili per l’assistenza di vecchi e disabili (badanti):
che gli stranieri irregolari sono occupati per la maggior parte nei lavori dell’edilizia, dell’agricoltura, della ristorazione, dell’assistenza;
che esistono frange pericolose di stranieri irregolari;
che a parità di doveri uno Stato democratico garantisce anche diritti.

I fatti di Rosarno, di cui oggi l’opinione pubblica si occupa e preoccupa, erano ben noti da molto tempo. Conoscevano la situazione gli abitanti di Rosarno, le autorità amministrative, le forze di polizia, la magistratura, la Chiesa. Servizi fotografici, reportage, video erano a disposizione di tutta l’opinione pubblica. (cfr. ad esempio http://www.redattoresociale.it/Video.aspx?id=287145).
I prelati e i parroci hanno parlato a sufficienza e senza ambiguità di immigrazione, né hanno da vergognarsi di quanto detto.
Peccato che quegli stessi prelati e parroci sono invocati e benedetti per il presepe e non sono graditi quando parlano di immigrazione: la stessa distanza che esiste tra la rappresentazione e la realtà.

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