“In attesa di Verona 2006, per il quarto Convegno ecclesiale nazionale, anche noi vogliamo offrire il nostro contributo di preghiera, di riflessione e di esperienza. Pochi di noi parteciperanno direttamente all’evento: nello schema delle presenze, siamo considerati “fuori quota”, nonostante molti di noi siano cristiani convinti e anche ministri sacri, religiosi e religiose, presenti sul territorio, nelle cosiddette ‘opere di carità’”.
E’ l’inizio del documento scritto da Vinicio Albanesi in vista del grande evento del16-20 ottobre, e che oggi viene reso pubblico attraverso questo blog. Lo trovate in allegato a questo post. Ecco come l’autore lo introduce.
La Chiesa italiana si trova ad affrontare il prossimo decennio in evidente difficoltà.
Difficoltà interne in quanto gli orientamenti di azione sono stanchi e generici. Il clero è invecchiato e anche triste. Il laicato è silenzioso e umiliato, i movimenti e i gruppi elitari sono riferimento per i propri appartenenti, ininfluenti nell’azione di popolo. Le proposte di evangelizzazione, elaborate negli ultimi anni, sono tentativi linguistici più che proposte concrete.
Ma le difficoltà sono anche esterne. La società italiana è definitivamente secolarizzata. Gli indici di secolarizzazione sono dati oggettivi (famiglie, nascite, sincretismo religioso, cultura secolarizzata).
La proposta di speranza, elaborata dal documento preparatorio, sembra non rendersi conto della “drammaticità” della situazione: invece di affrontare frontalmente la situazione sociale e spirituale delle persone si rivolge allo stretto gruppo di fedeli che in ancora rimangono stabilmente praticanti. Uno spaccato di Chiesa sempre più marginale e stantio.
Di fronte alle difficoltà evidenti, i motivi di speranza possono partire dai drammi che la società italiana vive. Sono due i nuclei di problematicità che la Chiesa italiana può affrontare: le povertà e la solitudine. Essi interpellano direttamente l’azione della Chiesa in termini storici e insieme spirituali.
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