Questa mattina è stato ritrovato il cadavere di Desiree Piovanelli, la quattordicenne scomparsa da alcuni giorni dalla sua casa, in un paese del Bresciano. La ragazza è stata uccisa con un’arma da taglio. Il principale sospettato è un suo coetaneo, che è stato fermato e avrebbe confessato.
Gli adulti si interrogheranno sul perché della morte violenta, assurda e inutile di Desiree.
Non riceveranno risposte dal ragazzo che l’ha uccisa, perché quel ragazzo, qualunque sia la risposta, non darà spiegazioni sufficienti per il delitto.
La risposta va chiesta agli adulti; non certo ai genitori di quel ragazzo, ma a tutti gli adulti, genitori ed educatori, che frequentano gli adolescenti.
I ragazzi di oggi sono materia e spirito informi: flaccidi e violenti insieme; intelligenti e miopi, affettuosi e anaffettivi, generosi e cinici.
Sono gli adulti che li hanno così concepiti e allevati. Attenti ai loro bisogni si mostrano incapaci di fornire loro strutture interiori di sostegno: li amano e li abbandonano, li guidano e li disorientano.
Il messaggio centrale che gli adulti offrono ai più giovani si sintetizza nell’obiettivo della felicità, senza fornire contenuti, strumenti e limiti della felicità stessa.
Pensa il mondo esterno degli adulti a dir loro che saranno felici se saranno ricchi, sani, forti e visibili.
L’adolescente cresce come cane da tartufo in ricerca di felicità: se qualcosa gli si frappone, cambia strada, continuamente, fino ad impazzire: così a scuola, in famiglia, con gli amici.
Si sono abituati a dover sopravvivere alle contraddizioni degli adulti che fin da piccoli hanno vissuto: bene e male gestiti nella contraddizione, senza mai un segno di qualcuno che abbia detto che cosa era giusto e sbagliato, che cosa possibile e impossibile.
Nella superficiale attenzione a loro, gli adulti hanno taciuto sulle proprie scelte, sui propri errori e sulle proprie contraddizioni. Non hanno mai parlato, né si sono mai comportati come adulti, ma hanno molto nascosto, con la furbizia di spingere verso la felicità. Chi d’altronde, può essere contrario alla felicità?
I nostri adolescenti sono così nulla e nessuno, tutto e il contrario di tutto, compresi i profondi richiami alla violenza e alla estrema generosità.
Il tempo cancellerà purtroppo la morte di questa bambina. I Giudici e gli Avvocati si accaloreranno per sapere se e quanto l’omicida sia cosciente: situazioni che non consoleranno nemmeno i genitori della ragazza.
Rimane il problema della crescita e dell’educazione dei nostri ragazzi, immersi in un mondo “meticciato” del supermercato. Con dentro di tutto o quasi, senza che nessuno abbia il coraggio – magari sbagliando – di dire che cosa può essere acquistato, che cosa buono e che cosa pericoloso.
La cronaca ingrosserà, nel tempo, gli interrogativi: le risposte ritorneranno puntuali agli adulti che hanno voluto ed educato o diseducato i piccoli.
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