15/05/01

Senza illusioni

La vittoria ampia della Cdl ha mostrato chiaramente che il programma del centro-destra è stato accolto come il migliore possibile per il futuro d'Italia. Invocare personalismi, televisioni, campagne pubblicitarie non ha grande senso. E' vero che sono state determinanti per la vittoria, ma tutti gli strumenti usati sono stati utilizzati per dei contenuti che, sostanzialmente, tendevano a tutelare i ceti benestanti d'Italia. Al sogno del benessere hanno creduto anche coloro che certamente non erano e non sono in condizione di benessere.
E' un meccanismo molto antico - i poveri credono ai ricchi - che ha funzionato in Italia, ma che funziona anche in altre parti del mondo.
A partire da questa vittoria, a tutte le organizzazioni di non profit restano due strade. La prima - già esplicitata da alcuni in questi primi momenti – è quella di strappare qualche concessione al futuro governo. Dichiarare che si aspettano le cose da fare è inutile. Il centro destra ha detto che cosa farà: in questo futuro le fasce marginali della popolazione non hanno spazio, perché sono ritenute irrilevanti e alcune anche pericolose. Per sè, in quanto non esprimono risorse, per gli altri in quanto costituiscono solo problema.
Aspettare significa, in questo caso, solo chiedere qualche piccola-grande concessione per la propria sopravvivenza.
E non è escluso che il centro destra non la conceda. Ma per chi opera nel sociale ciò non può essere sufficiente: per il semplice fatto che si autorizza una specie di assistenzialismo di ritorno che porta dalla parte opposta del richiedere il rispetto dei diritti.
Avevamo già detto che in questa campagna elettorale, i soggetti marginali non erano stati protagonisti, ma nemmeno "oggetto" di attenzione. La vittoria della Cdl conferma quel giudizio e mette la parola fine ad ogni illusione.
Rimane dunque una seconda strada: quella di riprendere in mano i contenuti e l'esigibilità dei diritti sociali e, proprio in virtù del clima generale, non mollare la presa.
Molto prima di quanto si immagini, si capirà quali sono gli interessi" del ceto medio; occorrerà non far dimenticare i diritti di tutti i cittadini.
Da qui la riflessione e l'impegno serio, apparentemente sterile, ma indispensabile, perché i soggetti deboli non siano abbandonati alla deriva.
Un impegno duro e severo: per rivedere la propria storia, per seguire l'andamento delle vicende politiche e sociali, per ridestare la coscienza critica e vigile di quella parte della popolazione che crede ancora al sogno dell'uguaglianza e delle pari opportunità.

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