Con la presentazione oggi a Roma, nasce l'Agenzia "Redattore Sociale", una vera agenzia giornalistica quotidiana sul "sociale": qualcuno ne è entusiasta; qualcun altro esprime perplessità.
Eppure un'agenzia era necessaria: per chi vive il disagio e per chi fa comunicazione.
L'idea viene da lontano. Nel 1990 la Comunità di Capodarco fa un primo timido tentativo di "convegno" sui rapporti tra il mondo della marginalità e il mondo della comunicazione. Anni nei quali si rimproverava ai giornalisti di ridurre i problemi sociali a "cronaca nera", per sentirsi rispondere che il mondo del volontariato non aveva "notizie", o se ne aveva, non sapeva comunicarle.
Per rompere questo cerchio, dal 1994 si tiene a Capodarco di Fermo, ogni anno, una tre giorni chiamata "Redattore Sociale". In sei edizioni vi hanno transitato 1.270 presenze di giornalisti e aspiranti giornalisti, con 100 relatori.
Dopo questa lunga incubazione, la nascita finalmente dell'Agenzia.
L'oggetto delle notizie è il mondo del disagio: l'abbiamo sintetizzato in 73 "sottotitoli": dai minori, ai tossicodipendenti, dai disabili ai senza fissa dimora. Ma i redattori dell'Agenzia non vanno alla ricerca di "cronaca": offrono strumenti (dati e notizie), per esplorare questi mondi. Mondi a volte violenti, a volte tristi, quasi sempre "in ombra". Addentrandosi in questi mondi, si comprendono meglio le cose, se ne scoprono di nuove, si esce da quel facile "moralismo-senso comune" caratteristico di chi non ha saperi.
L'approccio è quello di tutte le agenzie: raccontare fatti, offrire approfondimenti, creare relazioni e connessioni. Non diversamente dai mondi "particolari" quali quelli dell'economia, della salute, dell'ambiente. Nessuna pretesa e nessuna crociata: la voglia invece di contribuire alla conoscenza del mondo "reale", oltre la frettolosità della "cronaca", con stile e mezzi appropriati.
Un'arte difficile, ma non impossibile, resa anche necessaria dall'esigenza di maggiori dettagli e approfondimenti, unita, perché no, alla curiosità di mondi lontani e oscuri.
Nella scommessa sono condensate tutte le caratteristiche di un'impresa di periferia: scarsi mezzi economici, redattori giovani, nessuno sponsor, precarietà di inizio. Con una variante: l'incoraggiamento di professionisti seri e affermati che hanno confermato l'esigenza di "sociale".
Il desiderio di comunicare e la stima accordata, sono il capitale sociale dell'Agenzia. La comunità di Capodarco ha creduto nell'ipotesi ed ha messo a disposizione quanto poteva, convinta che per comunicare bene, oltre che conoscere, è necessario farsi carico: in altre parole, leggere la sofferenza, perché scompaia.
Che il tutto avvenga nel giorno del concistoro a me, prete, non dispiace: i modi di seguire la causa evangelica sono sempre molti; giudicarli spetta a Dio.